Giovani e futuro


4.0 ( 1220 ratings )
Istruzione Libri
Sviluppatore Alessandro Risuleo
Libero

Libro digitale edito da FONDAZIONE BANCA EUROPA realizzato dalla Enhanced Press.

Dalla prefazione di Ivan Rizzi:
“Perché dovrei preoccuparmi delle generazioni future, in fondo loro cosa hanno fatto per me?”. Anche Woody Allen finì per annoiarsi del conformismo politically correct. Eppure quel legame intraumano che ci ha concesso di esistere ha la potenza della forza di gravità. Ci proietta verso un orizzonte più ampio della nostra esistenza, verso qualcosa che sembra rivolgersi all’eterno. Il sentimento dell’affettività è palpitante e governa i nostri atti, qui più che mai è il futuro che informa il nostro presente e non il passato. Lasciare in eredità e restituire fanno parte del lessico economico, ma non possono nascondere anche l’irrimediabile della nostra finitudine. I patrimoni, così volitivamente accumulati, si disperdono e finiscono in altre mani, note e ignote. Nelle “nostre” stanze echeggeranno altre voci. La crisi di struttura che stiamo scontando è un acceleratore di questo compito continuo che forse ci può esentare dall’ottusità dell’automatismo del passaggio generazionale. “Le crisi sono davvero ciò che ancora non si è trovato di meglio, in mancanza di un Maestro” (di una nuova sovranità o di un nuovo ethos?). Ma ben prima della crisi abbiamo visto fermarsi l’ascensore sociale, abbiamo letto l’ansia precoce da inutilità e la noia negli occhi di molti ragazzi. Non ha senso generalizzare sul conflitto generazionale, né ci serve l’amarezza del Gattopardo: “Finché c’è morte c’è speranza”, oggi si scorge qualcosa di molto diverso dai cicli passati. Allora giovani arroganti maneggiavano schematismi politici e semplificazioni strappando diritti e ruoli, ma erano molto meno permeabili alle condizioni date e al mercato, semplicemente perché erano infinitamente più poveri. Ora chiediamo alla nostra attenzione di insegnarci quelle differenze. La grande strategia del mercato, nell’abbondanza del nostro primo mondo, è stanare il risparmio, trasformare ogni consumo in impellenza e in bisogno primario. [...]